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DOMENICO MERLI
RACCONTI POESIE IMMAGINI
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La prima questione per uno scrittore è scrivere un libro e poi trovare un editore ed è anche l’ultima il perché questi racconti sono orfani di un editore che non sia io stesso forse perché non sono abbastanza fortunati. Lì ho scritti dopo La notte e altri deliri più di vent’anni fa e devo dire che all’epoca il testo fu rifiutato da tutti gli editori. Credo a ragione non è un libro che potevo pubblicare a venticinque anni come forse nemmeno ora a più di cinquant’anni reso pubblico senza pubblicità né editore tranne ahimè me stesso. Io dopo qualche tentativo di pubblicare presso una casa editrice mi sono assopito in un lungo sonno che dura ancora di pubblicazione fai da te senza pubblicità pubblicazione sulle mie pagine web e con questo intendo il fai da te il lavoro di redazione e di commercializzazione. Quello che si trova sui miei siti si trova nei miei libri su carta ad un prezzo che non è concorrenziale ma questo dipende da un male che è una necessità. I libri costano molto ma almeno io anche li offro on-line. Potete trovare questi lavori su carta su ILMIOLIBRO.IT alla voce Domenico Merli. La mail amultimediarte@email.it non sarà a breve più attiva. Cercherò se possibile quando non so di toglierla dalle pagine dei miei siti per ora se possibile escludetela. Potete trovarmi sui Social Facebook e Twitter quelli riportati di solito alla fine dei racconti
Domenico Merli
La didascalia è una nota dell'autore del testo che segue, clicca sotto sul titolo del testo per leggerelo. Grazie e buona lettura.
In questi giorni hanno dato l'annuncio della conferma sperimentale dell'esistenza del Bosone di Higgs. Quando una scienza, in questo caso la Fisica, raggiunge una articolazione semplice e chiara come sembra essere e che abbia ancora un campo enorme di ricerca può delineare con una certa sicurezza il possibile dall'impossibile.
Si può definire la distinzione tra possibile e impossibile con l'esempio storico di Cristoforo Colombo. Andare o non andare per mare, l'idea di un pianeta sferico, era la sfida all'impossibile.
Ho creduto molto all'idea che sfidare l'impossibile sia una forma necessaria di conoscenza. Ho ora dei dubbi, se sia tollerabile per la civiltà e l'ecologia del pianeta muoversi in questa direzione.
E una direzione tutto o nulla. Non c'è un metro per sapere se sondare l'ignoto sia di per se un'operazione le cui conseguenze siano positive a priori.
Il tema di questo racconto non è l'impossibile ma la ripetizione di situazioni che per loro natura dovrebbero stare nel tempo e nello spazio, e qui si suggerisce vi persistano avulse.
E' una successione di cancellazioni mancate, questo racconto sonda a suo modo la psiche chiusa in una trappola, quella delle ripetizioni le quali sono impossibili stati di coscienza e diventano per la psiche stessa una dimensione priva di spazio e tempo.
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Qui ci nutrono a cioccolatini e caramelle di glassa e zucchero
le tue legioni soffrono e ingrassano
facci brillare il questa notte per sapere che non sono pazzo.
Spesso mi è tornato in mente questo passaggio della raccolta “Un anno” nel duemila e tredici. Ero subito dopo caduto in uno stato di prostrazione e depressione intensi e rimpiaggevo il tempo dei panini imburrati e delle caramelle. Credo che a volte si vorrebbe bruciare in un attimo per non essere pazzi. Il senso è lo stesso delle espressione meglio bruciare in un attimo che spegnersi poco alla volta.
Dare le spalle, essere colpiti a tradimento. Essere vittime della società. Un modo più odioso di essere mandati in confino come Ovidio per la sua Ars amandi o recentemente per Carlo Levi e il suo Cristo si è fermato a Eboli. I libri e le copie, le città e la loro ormai perduta origine, i musei dei falsi. E' tutto una faccenda da matador la vita.
Confessioni di un medico è stato un lavoro impegnativo e presente in due versioni. Scritto con fatica e in modo confuso riletto e riscritto è collocato nei racconti dell'assurdo. E' un accenno alla mia generazione. Il lavoro di sistemazioni dell'assurdo non è semplice e lo rimando spesso. Sia perché ci sono delle ripetizioni sia perché molte volte sono stato assurdo, ho fatto scritti incomprensibili e non so ora cosa pensare di me.
LA LINGUA DEI MORTI E ALTRE ASSURDITA'
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Credo di aver superato il trauma delle allucinazioni, dei deliri solo negli ultimi tempi. Per molto tempo ho cercato di convincere amici e medici che soffrivo di una sindrome post trauma. Nessuno mi ha creduto... come Gulliver ha trovato uomini alti quattro dita, altri potrebbero trovare moscerini con un re e musicisti come Beethoven.
La bilancia è lo strumento non nel senso della Giustizia. Io credo che la giustizia non sia di questo mondo ma di un'altro. E' la pesa, quella continua attività di inscatolamento. Pesiamo come oggetti, come sassi, tutto, dagli animali, alla foresta, ai nostri stessi sentimenti. Un giustizia sarebbe suddividere tra tutti il peso della vita e i suoi piaceri. Almeno nella bilancia dei generi alimentari. Si vuole nominare, pesare, dare nome a tutte le cose e la chiamiamo conoscenza. In un logica assoluta ogni oggetto ha un nome univoco, ma potrebbe essere una logica di pochi nomi e di grande potere esplicatico. Io non conosco la scienza e la conoscenza, ma pesare gli animale, i tagliacarte, le particelle subatomiche e dire di sapere è come misurare e catalogare tutti i fogli di carta indipendentemente dal contenuto solo per forma, per i margini. Troppi nomi in testa fanno male.
L'enigma del colombo messaggero è uno dei racconti a cui sono più affezionato. Ripropone il dramma dei rapporti familiari nella dinamica del potere. In certi momenti mi era chiaro come la peculiare libido della paternità e della maternità scorresse anche nelle lotte per il potere. Non so chi ha detto che risalendo dall'abisso si trova sulla punta delle dita una goccia d'acqua del mare che si aveva trovato. Il messaggio è un colombo, ma oggi non vola più.
L'ENIGMA DEL COLOMBO MESSAGGERO
Il testo qui riportato è del 1999 con una leggera limatura e qui presentato nel suo valore cronologico. Non credo che se alcune ispirazioni sono rintracciabili abbiano più dopo sedici anni valore. Se alcune parti suscitano la sensibilità del lettore me ne scuso. Se mai ha un merito è nella sintesi del linguaggio che accade di avere in certi momenti della vita
Questo testo è stato scritto di notte. Alle cinque del mattino andavo nell’unico o quasi bar aperto a prendere un caffè. C’era una clientela varia, chi passava per caso, chi come me per un periodo, chi abituale. Eravamo un insieme delle più diverse persone. I giusti erano quelli a cui il barista sorrideva gli altri i cattivi come me venivano squadrati con un'occhiata. E’ solo un aneddoto, non voglio esprimere un giudizio su questo testo che quasi senza correzioni vi ripropongo e che fu scritto nel 1998. Ci sono ancora sviste e errori me ne scuso e rimando la correzione definitiva ad un secondo momento cosi come sono spiacente se il testo suscita la sensibilità del lettore.
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